Feb 13

Quando ero fanciullo

I Corinzi 13:11
Quando io era fanciullo, io parlava come fanciullo, io avea senno da fanciullo, io ragionava come fanciullo; ma, quando son divenuto uomo, io ho dismesse le cose da fanciullo, come non essendo più d’alcuno uso.
Galati 4:1
ORA, io dico che in tutto il tempo che l’erede è fanciullo, non è punto differente dal servo, benchè egli sia signore di tutto.
4:3 Così ancora noi, mentre eravamo fanciulli, eravamo tenuti in servitù sotto gli elementi del mondo.
Romani 8:17
E se [siam] figliuoli, [siamo] ancora eredi, eredi di Dio, e coeredi di Cristo; se pur sofferiamo con [lui], acciocchè ancora con [lui] siamo glorificati.

Non esiste sulla faccia della terra, fra animali di carne e sangue qualcuno che nasce adulto ed in piena autonomia, anche l’essere umano si trova in questa condizione. Tutti gli uomini di ogni tempo, cultura e lingua, hanno avuto un periodo di fanciullezza più o meno lungo.
fanciullézza, sf. – 1 Età di chi è fanciullo. SIN: infanzia, puerizia. CONTR: adolescenza, gioventù. 2 Gli albori, gli inizi. SIN: origine.
La fanciullezza è il periodo che precede l’adolescenza, la gioventù e l’età adulta. Terminata la fanciullezza non si diviene uomini, bisogna ancora crescere e divenire uomini….uomini maturi…
ANZIANI…andando avanti negli anni scemano le forze nella carne ma si acquisisce saggezza che è frutto dell’esperienza della vita vissuta. Più l’uomo esamina attentamente le sue esperienze e più queste esperienze concorrono a farlo maturare. Il fanciullo non esamina quasi nulla e si sente gratificato da tutte le cose che gradisce, e fa anche i capricci e pretende di essere accontentato.
La vita terrena di ogni uomo ha seguito questo iter, anche se non tutti ci siamo fermati a riflettere sulle “marachelle” che abbiamo commesso nella nostra infanzia, ci fermiamo a riflettere sulle marachelle che fanno i nostri figli ed a volte li riprendiamo energicamente, così come facevano i nostri genitori che spesso abbiamo contestato. Ci troviamo a pretendere dai nostri fanciulli ciò che non eravamo capaci di dare ai nostri genitori nella nostra fanciullezza. Certamente dobbiamo correggere i nostri fanciulli, ma non dobbiamo perdere di vista la nostra crescita. Se quando eravamo fanciulli, volevamo a tutti i costi quella macchinina perché ci piaceva, non siamo tanto cresciuti se oggi desideriamo quel modello di macchina che tanto ci piace e siamo disposti a firmare un pacco di “cambiali” e privarci di cose più utili. Un fanciullo di quattro anni è normale che si comporti così, ma non è tanto normale che un uomo di quaranta anni si comporti da fanciullo.
Paolo afferma di avere passato un periodo di fanciullezza spirituale, di avere parlato come un fanciullo, di avere avuto il senno da fanciullo, e di avere ragionato come un fanciullo. Spiritualmente tutti i credenti dopo la nuova nascita, iniziano una crescita ed il primo periodo più o meno lungo di fanciullezza. Se il latte che viene loro dato è ricco di “anticorpi”, quel fanciullo cresce sano e robusto, per essere dopo svezzato e cibato con cibo solido per divenire uomo.
Paolo era stato “partorito” (non ai piedi di Gamaliele, li era stato “partorito” Saulo da Tarso) sulla Via di Damasco e subito portato sulla Via che porta al Golgota. Come piccolo fanciullo appena nato, ha avuto bisogno che qualcuno lo portasse per mano, ma non appena i suoi occhi furono aperti e le sue gambe gli permisero di camminare egli cominciò a fare i primi passi, non da uomo ma da fanciullo condotto fra le braccia di Colui che l’aveva “partorito” alla Croce per riportarlo nella sala parto del Golgota. Il Signore sapeva benissimo che il Piccolo Paolo sarebbe stato recalcitrante e che gli sarebbe stato duro il lasciare il periodo della sua fanciullezza per divenire uomo maturo. Tutto ciò era normale per Paolo ed anche per il Signore che vegliava per lui e veglia per tutti i suoi servi.
La fanciullezza di Paolo non era un difetto e neanche un merito, faceva parte e fa parte della nostra natura umana, che proprio nella fanciullezza spirituale pensiamo di essercene completamente sbarazzati ed a volte ardiamo dire: ho la mente di Cristo, imitate me…è come dire: sono infallibile….la mia coscienza non mi accusa…Dio mi usa e pertanto mi gradisce così.
Nella nostra fanciullezza non siamo disposti ad essere ammaestrati da nessuno, anzi siamo noi che vogliamo ammaestrare gli altri. Ci confrontiamo con gli altri e ci sentiamo più spirituali degli altri, fino al punto (senza dirlo) di ritenerci quasi gli unici veri servi accreditati da Dio, ci sentiamo ripieni di potenza e di conoscenza della Parola di Dio, ci sentiamo apostoli, profeti, evangelisti, pastori e dottori e pertanto pensiamo di avere doni e ministeri in seno alla chiesa perché ci siamo noi. Paolo era così nel periodo della sua fanciullezza, egli non si sarebbe mai seduto all’ultimo posto, il Signore gli aveva dato il primo (ciò era vero) ed egli pretendeva il primo perché era un fanciullo. Quando crebbe il suo comportamento cambiò, non identificava il suo ministerio nei segni, nei prodigi ( che debbono accompagnare il ministro ) ma nella fede, speranza e Carità.
Luca 10:20
Ma pure non vi rallegrate di ciò che gli spiriti vi son sottoposti; anzi rallegratevi che i vostri nomi sono scritti ne’ cieli.
Paolo piccolo fanciullo, si stava esaltando così come si esaltavano i discepoli quando operavano segni, prodigi e potenti operazioni. Si rallegravano che gli spiriti erano a loro sottoposti, questo era già un innalzamento, si sentivano già qualcuno, degli spiriti erano loro sottoposti.
A volte ci possiamo innalzare anche perché degli spiriti umani ci possono essere sottoposti, anche nel ministerio possiamo portare le anime ad avere il proprio spirito sottoposto a noi e non pienamente a Dio.

1° Corinti 12:27 Or voi siete il corpo di Cristo, e membra di [esso], ciascuno per parte sua.
12:28 E Iddio ne ha costituiti nella chiesa alcuni, prima apostoli, secondamente profeti, terzamente dottori; poi [ha ordinate] le potenti operazioni; poi i doni delle guarigioni, i sussidii, i governi, le diversità delle lingue.
12:29 Tutti [sono eglino] apostoli? tutti [sono eglino] profeti? tutti [sono eglino] dottori?
12:30 Tutti [hanno eglino il dono del]le potenti operazioni? tutti hanno eglino i doni delle guarigioni? parlano tutti [diverse] lingue? tutti sono eglino interpreti?
12:31 Or appetite, come a gara, i doni migliori; e ancora io ve [ne] mostrerò una via eccellentissima.

14:25 E così i segreti del suo cuore son palesati; e così, gettandosi in terra sopra la sua faccia, egli adorerà Iddio, pubblicando che veramente Iddio è fra voi.
14:26 CHE [convien] dunque [fare], fratelli? Quando voi vi raunate, avendo ciascun di voi, chi salmo, chi dottrina, chi linguaggio, chi rivelazione, chi interpretazione, facciasi ogni cosa ad edificazione.
14:27 Se alcuno parla linguaggio [strano, facciasi questo] da due, o da tre al più; e l’un dopo l’altro; ed uno interpreti.
14:28 Ma, se non vi è alcuno che interpreti, tacciasi nella chiesa [colui che parla linguaggi strani]; e parli a sè stesso, e a Dio.
14:29 Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino.
14:30 E se ad un altro che siede è rivelata [alcuna cosa], tacciasi il precedente.
14:31 Poichè tutti ad uno ad uno potete profetizzare; acciocchè tutti imparino, e tutti sieno consolati.
14:32 E gli spiriti de’ profeti son sottoposti a’ profeti.

Lo spirito umano dei ministri di Dio è sottoposto al ministerio ricevuto dagli altri ministri.

1° Tess. 5:19 Non ispegnete lo Spirito.
5:20 Non isprezzate le profezie.
5:21 Provate ogni cosa, ritenete il bene.
5:22 Astenetevi da ogni apparenza di male.
5:23 Or l’Iddio della pace vi santifichi egli stesso tutti intieri; e sia conservato intiero il vostro spirito, e l’anima, e il corpo, senza biasimo, all’avvenimento del Signor nostro Gesù Cristo.

Provate ogni cosa, anche i profeti e le profezie? Anche gli apostoli e l’apostolato? Anche l’evangelista e la sua evangelizzazione? Anche il pastore ed il suo pasturato? Anche il dottore ed il suo dottorato? Bisogna provare ogni cosa prima in noi stessi ed anche negli altri.

1° Corinti 3:5 Provate voi stessi, se siete nella fede; fate sperienza di voi stessi; non vi riconoscete voi stessi, che Gesù Cristo è in voi? se già non siete riprovati.

Il fanciullo non riesce a provare se stesso, e pertanto è solo semplice come le colombe, ma manca della prudenza come i serpenti. Il fanciullo è un’imprudente, e l’imprudenza lo porta a rovinose cadute, contando solo sul suo discernimento da fanciullo che non si rende conto di esserlo.
Fratelli, ogni dono ed ogni ministerio debbono essere esaminati, l’adulto ha il palato abituato a gustare e prima di ingerire qualcosa la gusta, se non è buona la sputa. Ciò non significa che deve gettare tutta la pietanza, ma deve togliere il “boccone di carne” ed ingerire ciò che è Spirito. Se tutto il piatto è carne deve stare attento….se dice Amen, può indurre altri ad ingerirlo e dare gloria a quel boccone di carne o a tutto il piatto di carne. Dicendo Amen (così sia ) noi confermiamo ciò che abbiamo udito, lo confermiamo anche dicendo: grazie Gesù, è dichiarare che ciò proviene da Lui.
Esaminare ogni cosa, non significa non credere a ciò che esaminiamo, ma ricercare in ciò che esaminiamo il bene, e pertanto credere ogni cosa di bene, non agli inganni della nostra stessa carne.
A volte ci poniamo in una condizione tale da togliere agli altri la possibilità di esaminarci, diventiamo il punto di riferimento degli altri, e pertanto gli altri ci attribuiscono una sorta di infallibilità e di discernimento in ogni cosa perché sono stati convinti che abbiamo la mente di CRISTO. A questo punto, il pericolo è grande per noi stessi e per gli altri.

14:6 Ed ora, fratelli, se io venissi a voi parlando in linguaggi [strani], che vi gioverei, se non che io vi parlassi o in rivelazione, o in scienza, o in profezia, o in dottrina?
14:20 Fratelli, non siate fanciulli di senno; ma siate bambini in malizia, e [uomini] compiuti in senno14:26 CHE [convien] dunque [fare], fratelli? Quando voi vi raunate, avendo ciascun di voi, chi salmo, chi dottrina, chi linguaggio, chi rivelazione, chi interpretazione, facciasi ogni cosa ad edificazione.
14:27 Se alcuno parla linguaggio [strano, facciasi questo] da due, o da tre al più; e l’un dopo l’altro; ed uno interpreti.
14:28 Ma, se non vi è alcuno che interpreti, tacciasi nella chiesa [colui che parla linguaggi strani]; e parli a sè stesso, e a Dio.
14:29 Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino.
14:30 E se ad un altro che siede è rivelata [alcuna cosa], tacciasi il precedente.
14:31 Poichè tutti ad uno ad uno potete profetizzare; acciocchè tutti imparino, e tutti sieno consolati.
14:32 E gli spiriti de’ profeti son sottoposti a’ profeti.
14:33 Perciocchè Iddio non è [Dio] di confusione, ma di pace; e così [si fa] in tutte le chiese de’ santi.
14:34 Tacciansi le vostre donne nelle raunanze della chiesa, perciocchè non è loro permesso di parlare, ma [debbono] esser soggette, come ancora la legge dice.
14:35 E se pur vogliono imparar qualche cosa, domandino i lor propri mariti in casa; perciocchè è cosa disonesta alle donne di parlare in chiesa.
14:36 La parola di Dio è ella proceduta da voi? ovvero è ella pervenuta a voi soli?
14:37 Se alcuno si stima esser profeta, o spirituale, riconosca che le cose che io vi scrivo son comandamenti del Signore.
14:38 E se alcuno è ignorante, sialo.
14:39 Così dunque, fratelli miei, appetite, come a gara, il profetizzare, e non divietate il parlar linguaggi.
14:40 Facciasi ogni cosa onestamente, e per ordine.

Gioele 2:28 ED avverrà, dopo queste cose, che io spanderò il mio Spirito sopra ogni carne, e i vostri figliuoli e le vostre figliuole profetizzeranno; i vostri vecchi sogneranno de’ sogni, i vostri giovani vedranno delle visioni.
2:29 E in quei giorni spanderò il mio Spirito eziandio sopra i servi e le serve;

i Vostri figli,i vostri vecchi, i vostri giovani, sono i fanciulli nello spirito.
Servi e serve sono coloro che hanno smesso di fare le cose da fanciulli.
Ecclesiaste 5:7
Certo, in moltitudine di sogni [vi sono] ancora delle vanità [assai]; così ancora [ve ne son] molte in [molte] parole; ma tu, temi Iddio.

13:11 Quando io era fanciullo, io parlava come fanciullo, io avea senno da fanciullo, io ragionava come fanciullo; ma, quando son divenuto uomo, io ho dismesse le cose da fanciullo, come non essendo più d’alcuno uso.
13:12 Perciocchè noi veggiamo ora per ispecchio, in enimma; ma allora [vedremo] a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò come ancora sono stato conosciuto.
L’uomo maturo riconosce che non conosce tutto, che vede le cose in uno specchio, in enigma, che conosce in parte, il fanciullo pensa di conoscere tutto, di avere tutto rivelato.
Conosco un tale (direbbe Paolo) che quando ha conosciuto il Signore, pensava di averlo conosciuto da uomo e non da fanciullo. Pertanto tutte le volte che qualcuno gli raccontava un sogno o una visione, per lui non era un enigma ed in un attimo spiegava il sogno o la visione, ne dava l’interpretazione ed il significato. A lui si rivolgevano molti per avere consigli e spiegazioni, senza rendersene conto, quel tale si presentava come un uomo maturo e non si rendeva conto della sua fanciullezza. Anche quando il suo parlare e le sue interpretazioni ed i suoi consigli, a volte si rivelavano errate, egli trovava sempre il modo di giustificare se stesso.
All’inizio della sua fanciullezza, durante una preghiera, ci fu una ragazza battezzata di Spirito Santo che “profetizzò” dicendo a tutti coloro che pregavano: Ungi, ungi, ungete d’olio nel mio Nome. Questo fratello cominciò a dire alla fratellanza che si radunava con lui, sia ai battezzati di Spirito Santo e non Battezzati, ungetevi d’olio nel Nome di Gesù. Qualcuno ne aveva avuto beneficio ed egli si convinse di questo, come se l’olio avesse avuto qualche potere particolare, così come era nei vestimenti degli apostoli. La storia andò avanti per un certo tempo, fino a quando il Signore non gli disse:guai a chi aggiunge qualcosa alla Mia Parola, leggi Giacomo….

Giacomo 5:13 C’è fra voi qualcuno che soffre? Preghi. C’è qualcuno d’animo lieto? Salmeggi.
5:14 C’è qualcuno fra voi infermo? Chiami gli anziani della chiesa, e preghino essi su lui, ungendolo d’olio nel nome del Signore;
5:15 e la preghiera della fede salverà il malato, e il Signore lo ristabilirà; e s’egli ha commesso dei peccati, gli saranno rimessi.
5:16 Confessate dunque i falli gli uni agli altri, e pregate gli uni per gli altri onde siate guariti; molto può la supplicazione del giusto, fatta con efficacia.
5:17 Elia era un uomo sottoposto alle stesse passioni che noi, e pregò ardentemente che non piovesse, e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi.
5:18 Pregò di nuovo, e il cielo diede la pioggia, e la terra produsse il suo frutto.
5:19 Fratelli miei, se qualcuno fra voi si svia dalla verità e uno lo converte,
5:20 sappia colui che chi converte un peccatore dall’error della sua via salverà l’anima di lui dalla morte e coprirà moltitudine di peccati.

L’auto unzione non è prevista nella Parola del Signore e tanto meno l’ingerire dell’olio. La potenza non sta nell’olio ma negli anziani che ungono d’olio e discernono se il malato si è pentito da eventuali peccati che ha commesso. Molto può la preghiera del “giusto” fatta con efficacia.
Il Signore mandò i suoi discepoli ad unger d’olio gli infermi.
Marco 6:12 E partiti, predicavano che la gente si ravvedesse;
6:13 cacciavano molti demonî, ungevano d’olio molti infermi e li guarivano.
16:17 Or questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio cacceranno i demonî; parleranno in lingue nuove;
16:18 prenderanno in mano dei serpenti; e se pur bevessero alcunché di mortifero, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agl’infermi ed essi guariranno.
Cacciare i demoni ed imporre le mani agli infermi è per tutti coloro che hanno creduto e che hanno ricevuto il Battesimo dello Spirito Santo e parlano anche in lingue, ma ungere d’olio è compito solo degli anziani della chiesa, di coloro che hanno ricevuto un mandato, dei servi.
Questo fratello si trovò di fronte ad una realtà diversa da quella che credeva, dovette correggere il suo cammino, anche se gli fu duro recalcitrare contro gli stimoli.
Questo fratello imponeva le mani con molta facilità, a chi lo chiedeva ed anche a chi non lo chiedeva. Ma il Signore gli parlò pure in questo.

1°Tim5:2 Non imporre tosto le mani ad alcuno, e non partecipare i peccati altrui; conserva te stesso puro.

Si corre il rischio di partecipare ai peccati altrui, se si impongono le mani a persone che non sono disposte a lasciare il peccato e ci si può anche contaminare con le loro contaminazioni.
Che il Signore continui ad ammaestrare questo fratello e che possa divenire un uomo in Cristo Gesù e che esamini ogni cosa, non essendo orgoglioso, ma prendendo in considerazione il parlare del Signore che può venire da un piccolo fanciullo, ma ancor di più da un ministro del Signore come lo era anche l’apostolo Barnaba e l’apostolo Paolo.
Gli uomini del Signore non si sentono offesi dalla Parola di Dio, ma si sentono onorati quando Essa li ammaestra ad avere un concetto sobrio di se stessi e di non fare o dire cosa alcuna che non è scritta nella Bibbia. Paolo seppe riconoscere la sua fanciullezza, e noi? Ci sentiamo arrivati?
Sappiamo tutto? Abbiamo la mente di Cristo? Siamo uomini compiuti? Abbiamo sempre dato consigli saggi? A noi stessi ed agli altri? Possiamo risolvere tutti gli enigmi della Parola di Dio, della nostra vita e di quella degli altri? Siamo sempre perfettamente guidati dallo Spirito Santo?
Se così fosse, la perfezione sarebbe già in noi e saremo già come Egli è. Se così non è dobbiamo cercare di risolvere il più grande enigma: noi stessi al cospetto di Dio e del nostro prossimo.
PACE DEL SIGNORE
F.llo Eliseo

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