Feb 13

Una volta…

Giobbe 32:1-9 Quei tre uomini cessarono di rispondere a Giobbe perché egli si credeva giusto.
Allora l’ira di Elihu, figliuolo di Barakeel il Buzita, della tribù di Ram, s’accese: s’accese contro Giobbe, perché riteneva giusto sé stesso anziché Dio; s’accese anche contro i tre amici di lui perché non avean trovato che rispondere, sebbene condannassero Giobbe.
Ora, siccome quelli erano più attempati di lui, Elihu aveva aspettato a parlare a Giobbe; ma quando vide che dalla bocca di quei tre uomini non usciva più risposta, s’accese d’ira.
Ed Elihu, figliuolo di Barakeel il Buzita, rispose e disse: “Io son giovine d’età e voi siete vecchi; perciò mi son tenuto indietro e non ho ardito esporvi il mio pensiero.
Dicevo: “Parleranno i giorni, e il gran numero degli anni insegnerà la sapienza”.
Ma, nell’uomo, quel che lo rende intelligente è lo spirito, è il soffio dell’Onnipotente.
Non quelli di lunga età sono sapienti, né i vecchi son quelli che comprendono il giusto.

Giobbe 32:21-22 E lasciate ch’io parli senza riguardi personali, senza adulare alcuno; poiché adulare io non so; se lo facessi, il mio Fattore tosto mi torrebbe di mezzo.

Giobbe 33:14-33 Iddio parla, bensì, una volta ed anche due, ma l’uomo non ci bada; parla per via di sogni, di visioni notturne, quando un sonno profondo cade sui mortali, quando sui loro letti essi giacciono assopiti; allora egli apre i loro orecchi e dà loro in segreto degli ammonimenti, per distoglier l’uomo dal suo modo d’agire e tener lungi da lui la superbia; per salvargli l’anima dalla fossa, la vita dal dardo mortale.
L’uomo è anche ammonito sul suo letto, dal dolore, dall’agitazione incessante delle sue ossa; quand’egli ha in avversione il pane, e l’anima sua schifa i cibi più squisiti; la carne gli si consuma, e sparisce, mentre le ossa, prima invisibili, gli escono fuori, l’anima sua si avvicina alla fossa, e la sua vita a quelli che danno la morte.
Ma se, presso a lui, v’è un angelo, un interprete, uno solo fra i mille, che mostri all’uomo il suo dovere, Iddio ha pietà di lui e dice: “Risparmialo, che non scenda nella fossa! Ho trovato il suo riscatto”.
Allora la sua carne diviene fresca più di quella d’un bimbo; egli torna ai giorni della sua giovinezza; implora Dio, e Dio gli è propizio; gli dà di contemplare il suo volto con giubilo, e lo considera di nuovo come giusto.
Ed egli va cantando fra la gente e dice: “Avevo peccato, pervertito la giustizia, e non sono stato punito come meritavo.
Iddio ha riscattato l’anima mia, onde non scendesse nella fossa e la mia vita si schiude alla luce!”
Ecco, tutto questo Iddio lo fa due, tre volte, all’uomo, per ritrarre l’anima di lui dalla fossa, perché su di lei splenda la luce della vita.
Sta’ attento, Giobbe, dammi ascolto; taci, ed io parlerò.
Se hai qualcosa da dire, rispondimi, parla, ché io vorrei poterti dar ragione.
Se no, tu dammi ascolto, taci, e t’insegnerò la saviezza”.

Tutte queste parole vengono dette da Elihu, ( Dio, Egli è il mio Dio ) questo servo di Dio viene mandato a Giobbe per far comprendere a Giobbe che aveva torto e che Dio aveva ed ha ragione.
Spesso l’uomo contende con Dio, non si vuol piegare dinanzi alla Sua volontà e si reputa nel giusto.
Elihu inizia il suo discorso, e premette che non ha riguardi personali, e che parla senza riguardi personali e non intende adulare nessuno, perché non sa adulare.
Egli ha timore del suo Fattore, e sa che se facesse questo il suo Fattore lo toglierebbe di mezzo.
Pertanto se non vogliamo essere tolti di mezzo dal Signore, non aduliamo e non abbiamo riguardi personali verso nessuno, neanche per persone che possono trovarsi in situazioni simili a Giobbe.
Il Signore parla una volta e anche due, ma l’uomo non ci bada, non prende in considerazione il parlare di Dio; molti non prendono in seria considerazione le riprensioni di Dio, ma considerano solo quando il Signore riprende gli altri, non guardano i propri peccati ma quelli degli altri.
Elihu aveva taciuto per un tempo, aveva fatto parlare gli anziani, aveva udito il parlare dei suoi tre amici, erano tutti anziani, ma non erano sapienti; Ma, nell’uomo, quel che lo rende intelligente è lo spirito, è il soffio dell’Onnipotente.
Le persone intelligenti sono coloro che sono condotti dallo Spirito dell’Onnipotente, dal Suo soffio.
Elihu non può tacere, anche a costo di farsi dei nemici, egli non vuole l’Onnipotente come nemico.

Giobbe 32:17-20 Ma ora risponderò anch’io per mio conto, esporrò anch’io il mio pensiero!
Perché son pieno di parole, e lo spirito ch’è dentro di me mi stimola.
Ecco, il mio seno è come vin rinchiuso, è simile ad otri pieni di vin nuovo, che stanno per scoppiare. Parlerò dunque e mi solleverò, aprirò le labbra e risponderò!

Elihu era pieno di parole di Dio, lo Spirito Santo lo stimolava a parlare, dal suo seno doveva sgorgare il vino nuovo, doveva aprire la sua bocca, non poteva più tacere.
Un servo di Dio, che sa cosa dire, che è pieno delle parole di Dio, non può sempre tacere.
Giobbe si trovava ancora in quella condizione perché si riteneva giusto, il Signore gli aveva parlato una volta, due volte.. con sogni, visioni notturne quando un sonno profondo cade sui mortali, quando sui loro letti essi giacciono assopiti; allora egli apre i loro orecchi e dà loro in segreto degli ammonimenti, per distoglier l’uomo dal suo modo d’agire e tener lungi da lui la superbia; per salvargli l’anima dalla fossa, la vita dal dardo mortale.
Ma Giobbe non aveva badato, non aveva preso in considerazione il parlare del Signore, neanche nel suo letto d’infermità egli si era sentito ingiusto dinanzi al Signore.
Se il Signore riprende qualcuno, e la persona ripresa non ci bada e non si ravvede, quella persona si reputa giusta e fa ingiusto Dio che l’ha ripresa, pertanto non prende in considerazione la riprensione; nel parlare di Giobbe non c’era nessun pentimento, ma esaltava se stesso.

Giobbe 34:33-37 Dovrà forse Iddio render la giustizia a modo tuo, che tu lo critichi? Ti dirà forse: “Scegli tu, non io, quello che sai, dillo”?
La gente assennata e ogni uomo savio che m’ascolta, mi diranno: “Giobbe parla senza giudizio, le sue parole sono senza intendimento”.
Ebbene, sia Giobbe provato sino alla fine! poiché le sue risposte son quelle degli iniqui,
poiché aggiunge al peccato suo la ribellione, batte le mani in mezzo a noi, e moltiplica le sue parole contro Dio”.

Il Signore deve scegliere, non l’uomo e pertanto la Sua scelta deve essere accettata e non criticata, anche se spesso le scelte del Signore sono contrarie alla nostra carne.
Giobbe era giusto prima della prova e nella prova parlava come gli iniqui e aggiungeva al peccato suo la ribellione e criticava Dio e l’opera Sua.
Giobbe parlava senza giudizio e con parole prive d’intendimento, non aveva nessuna saggezza.
Dovremo esaminare il nostro modo di pensare, di parlare e di agire, e prendere in seria considerazione il parlare del Signore; se diciamo: il Signore mi ha parlato! E non prendiamo in seria considerazione il Suo parlare, siamo ribelli al Suo cospetto.

I Samuele 15:23 Perciocchè la ribellione [è pari al] peccato dell’indovinare; e il trasgredire [è pari al peccato che si commette intorno agl’] idoli ed alle immagini. Perciocchè tu hai sdegnata la parola del Signore, egli altresì ha sdegnato te, acciocchè tu non [sii più] re.

Giobbe stava sdegnando la Parola del Signore, non stava mutando il suo atteggiamento, ma stava contendendo con Dio, era in man di satana e sarebbe uscito dopo aver compresa la lezione.
Infatti proprio questo è avvenuto; il parlare di Elihu sembrava duro, molto duro per un uomo che si trovava nelle condizioni di Giobbe, egli non usò parole di pietà per la condizione di Giobbe, ma disse: sia Giobbe provato fino alla fine!…non ebbe riguardo personale alla condizione di malattia, di miseria e di emarginazione di Giobbe.
Elihu aveva considerato i pensieri ed il parlare di Giobbe, egli aveva esaminato lo spirito umano di Giobbe e non la condizione della sua carne, egli aveva provato lo spirito ed era ribelle.

I° Giovanni 4:1-7 Diletti, non crediate ad ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se son da Dio; perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo.
Da questo conoscete lo Spirito di Dio: ogni spirito che confessa Gesù Cristo venuto in carne, è da Dio; e ogni spirito che non confessa Gesù, non è da Dio; e quello è lo spirito dell’anticristo, del quale avete udito che deve venire; ed ora è già nel mondo.
Voi siete da Dio, figliuoletti, e li avete vinti; perché Colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo.
Costoro sono del mondo; perciò parlano come chi è del mondo, e il mondo li ascolta.
Noi siamo da Dio; chi conosce Iddio ci ascolta; chi non è da Dio non ci ascolta. Da questo conosciamo lo spirito della verità e lo spirito dell’errore.
Diletti, amiamoci gli uni gli altri; perché l’amore è da Dio, e chiunque ama è nato da Dio e conosce Iddio.

Ebrei 4:12Perché la parola di Dio è vivente ed efficace, e più affilata di qualunque spada a due tagli, e penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolle; e giudica i sentimenti ed i pensieri del cuore.

Apocalisse 1:16Ed egli teneva nella sua man destra sette stelle; e dalla sua bocca usciva una spada a due tagli, acuta, e il suo volto era come il sole quando splende nella sua forza.

Apocalisse 2:12E all’angelo della chiesa di Pergamo scrivi: Queste cose dice colui che ha la spada acuta a due tagli:

Quando il Signore parla, la Sua Parola penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolle; e giudica i sentimenti ed i pensieri del cuore.
Pertanto noi sappiamo che parla a noi, penetra come una spada affilata, penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito, e giudica i sentimenti ed i pensieri del cuore, la Parola ci giudica ubbidienti o disubbidienti, e certamente non ha riguardi personali.
Come ci giudica la Parola lo sappiamo certamente, se non giudichiamo noi stessi per la Parola, siamo bugiardi e facciamo la Parola bugiarda perché non la ubbidiamo ma ci giustifichiamo.
Non lamentiamoci dei nostri dolori, ma ravvediamoci delle nostre disubbidienze se vogliamo essere guariti nello spirito e nell’anima.
Il Signore parla una volta, due volte.. forse anche tre, ma non pensiamo di approfittare della Sua bontà non tenendo conto del Suo parlare e delle Sue esortazioni, dei Suoi ammonimenti.
Ogni vero credente che ha lo Spirito Santo e che conosce la Parola, è convinto dallo Spirito Santo di peccato, di giustizia e di giudizio, pertanto nessuno dica dinanzi a Dio: non lo sapevo e se lo sapevo non l’ho capito, questo sarebbe aggiungere peccato a peccato contristando e spegnendo lo Spirito Santo col quale siamo stati per la redenzione, non facciamo finta di non capire.
Mettiamoci la mano sulla bocca e smettiamo di proferire parole prive di senno.

Pace del Signore
F.llo Eliseo

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