Feb 17

La vigna del Signore

Isaia 3:14 L’Eterno entra in giudizio con gli anziani del suo popolo e coi principi d’esso: “Voi siete quelli che avete divorato la vigna! Le spoglie del povero sono nelle vostre case!

Cantico dei Cantici 2:15 Pigliateci le volpi, le volpicine che guastano le vigne, poiché le nostre vigne sono in fiore!

Esistono le volpicine, le volpi ed i volponi che divorano la vigna del Signore, loro divorano il frutto e non vogliono che sia dato al Padrone della vigna.

Matt. 21:33-39 Udite un’altra parabola: Vi era un padron di casa, il quale piantò una vigna e le fece attorno una siepe, e vi scavò un luogo da spremer l’uva, e vi edificò una torre; poi l’allogò a de’ lavoratori, e se n’andò in viaggio.
Or quando fu vicina la stagione de’ frutti, mandò i suoi servitori dai lavoratori per ricevere i frutti della vigna.
Ma i lavoratori, presi i servitori, uno ne batterono, uno ne uccisero, e un altro ne lapidarono.
Da capo mandò degli altri servitori, in maggior numero de’ primi; e coloro li trattarono nello stesso modo.
Finalmente, mandò loro il suo figliuolo, dicendo: Avranno rispetto al mio figliuolo.
Ma i lavoratori, veduto il figliuolo, dissero tra di loro: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e facciam nostra la sua eredità.
E presolo, lo cacciaron fuori della vigna, e l’uccisero.

Apocalisse 3:20 Ecco, io sto alla porta e picchio: se uno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli meco.

Egli è stato messo alla porta dai malvagi operai, i quali vogliono per loro il frutto della vigna e non ricevono i servitori che il Padrone della vigna manda, e tanto meno hanno rispetto per il Suo Figliuolo, Lo mettono alla porta e vogliono uccidere la Parola nelle loro “sinagoghe”.
I lavoratori avevano stati allogati, cioè messi al servizio del Padrone della vigna, la vigna non era loro e neanche loro erano il Vignaiolo, loro erano al Suo servizio e rendere al Padrone della vigna il frutto delle viti, il frutto dello Spirito, la devozione, l’adorazione, l’esercizio dei doni e dei ministeri, il culto doveva essere reso soltanto al Signore in Spirito e Verità.

Giovanni 15:1-8 Io sono la vera vite, e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non dà frutto, Egli lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo rimonda affinché ne dia di più.
Voi siete già mondi a motivo della parola che v’ho annunziata.
Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me.
Io son la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla.
Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; codesti tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano.
Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto.
In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, e così sarete miei discepoli.

Il Padrone di casa è lo stesso Vignaiolo che ha piantato la Sua vigna su questa terra, la Vera vite è il Suo Figliuolo Cristo Gesù, i tralci della Vera vite sono i figli di Dio, i quali debbono portare frutto, molto frutto. Ovviamente il frutto deve essere portato al Padrone che ha piantato la vigna.
Il Padrone della vigna ha incaricato dei lavoratori affinché si prendessero cura della vigna, facendo in modo che potesse fruttare copiosamente e produrre del vino che era del Padrone della vigna.
Egli aveva preparato tutto, aveva fatto una siepe intorno, un luogo per spremere l’uva e una torre in cui ripararsi ed essere di vedetta per custodire la vigna.
Il Padrone della vigna ha fatto tutto quello che c’era da fare affinché la vigna portasse frutto, ma non ha portato il frutto che doveva portare.
Doveva portare il frutto dello Spirito Santo ed invece ha portato le opere della carne, lambrusche al posto di uva, carne al posto di spirito sospinto dallo Spirito Santo che è rappresentato nel vino come il Sangue del Nuovo Patto nel sacrificio di Cristo Gesù.

Isaia 5:1-7 Io vo’ cantare per il mio benamato il cantico dell’amico mio circa la sua vigna. Il mio benamato aveva una vigna sopra una fertile collina.
La dissodò, ne tolse via le pietre, vi piantò delle viti di scelta, vi fabbricò in mezzo una torre, e vi scavò uno strettoio. Ei s’aspettava ch’essa gli facesse dell’uva, e gli ha fatto invece delle lambrusche.
Or dunque, o abitanti di Gerusalemme e voi uomini di Giuda, giudicate fra me e la mia vigna!
Che più si sarebbe potuto fare alla mia vigna di quello che io ho fatto per essa? Perché, mentr’io m’aspettavo che facesse dell’uva, ha essa fatto delle lambrusche?
Ebbene, ora io vi farò conoscere quel che sto per fare alla mia vigna: ne torrò via la siepe e vi pascoleranno le bestie; ne abbatterò il muro di cinta e sarà calpestata.
Ne farò un deserto; non sarà più né potata né zappata, vi cresceranno i rovi e le spine; e darò ordine alle nuvole che su lei non lascino cader pioggia.
Or la vigna dell’Eterno degli eserciti è la casa d’Israele, e gli uomini di Giuda son la piantagione ch’era la sua delizia; ei s’era aspettato rettitudine, ed ecco spargimento di sangue; giustizia, ed ecco grida d’angoscia!

lambrusco s. m. (pl. -schi ) Vitigno emiliano da cui si trae un vino da pasto rosso e frizzante. ETIMOLOGIA: dal lat. labruscum ‘frutto della vita selvatica (labrusca)’.

selvatico A agg. (pl. m. -ci ) 1 Detto di pianta, che cresce e si sviluppa spontaneamente. 2 Detto di animale, che cresce e vive in libertà, spec. in contrapposizione a domestico e ad addomesticato: lo scoiattolo è un animale -s. 3 Detto di persona poco socievole, priva di garbo; SIN. Rozzo, rustico. B s. m. 1 Odore, sapore e sim. caratteristico della selvaggina. 2 Qualunque animale da pelo o da penna, oggetto di caccia.

selvatichezza s. f. 1 Condizione di selvatico. 2 (lett.) Rozzezza, mancanza di cultura.

La vigna del Signore è stata piantata da Lui stesso, Egli piantò delle viti scelte da Lui e non dai lavoratori ai quali ha allogato la Sua vigna. Purtroppo da molte vigne sono state sradicate molte viti scelte e molti lavoratori si sono sostituiti al Vignaiolo ed hanno piantato il “lambrusco”.
Al Signore non piace il vino rosso frizzante, non piace un cristianesimo piantato dagli uomini, che cresce e si sviluppa spontaneamente e che è “frizzante” delle vanità dello spirito umano, un cristianesimo “selvaggio” che si divora a vicenda. Il Padrone di casa ha i Suoi domestici che sono stati addomesticati dallo Spirito Santo a portare frutto, molto frutto. Sono i servitori che abitano nella casa del Padrone della vigna, non sono i lavoratori della vigna che vogliono appropriarsi della vigna, i servitori vengono mandati e vengono perseguitati da coloro che vogliono essere i padroni della vigna che il Padrone ha piantata. Questi malvagi lavoratori non si fanno scrupolo di uccidere coloro che sono mandati, cioè i ministri costituiti domestici dal Signore della vigna ed anche il Primogenito Figliuolo del Padrone. I servitori mandati dal Padrone della vigna, non sono insieme ai malvagi lavoratori, ma abitano nella casa del loro Signore, evidentemente quelle vigne non sono la casa del Signore. Quelle vigne rappresentano la religiosità umana e carnale, dove ogni lavoratore si reputa padrone della vigna e pertanto vuole tutta la lode e la gloria che appartiene al Signore.
Il Signore Iddio ha piantato Una vigna, gli uomini piantano le loro vigne e contendono l’un l’altro per spogliare i tralci, spremere i grappoli nei loro strettoi ed ubriacarsi di lambrusco frizzante delle bollicine delle nuove mode e dottrine del “cristianesimo” selvaggio del presente secolo.
Nelle loro vigne non c’è spazio per i servi mandati dal Signore, nonostante in quelle vigne ci sono anche dei tralci che il Vignaiolo cura in segreto, perché innestati nella Vite Vera e non selvaggia che è Cristo Gesù il Signore.
I servi di Dio, sono colti e sapienti, non della sapienza del mondo che è pazzia al cospetto di Dio, ma della Sapienza di Dio che è pazzia agli occhi ciechi del mondo.
Ogni operaio che è stato allogato, cioè assunto per lavorare nella vigna del Signore, dovrebbe sapere che prima o dopo il Signore reclamerà quello che gli appartiene: il frutto della Sua vigna.
I religiosi del tempo di Gesù, i sacerdoti, gli scribi, i farisei reputavano il popolo di Dio la loro vigna, signoreggiavano sul popolo e attraverso le loro tradizioni avevano annullato i comandamenti del Signore e amavano i primi seggi e sfruttavano il popolo.

Matteo 15:13-14 Ed egli rispose loro: Ogni pianta che il Padre mio celeste non ha piantata, sarà sradicata.
Lasciateli; sono ciechi, guide di ciechi; or se un cieco guida un altro cieco, ambedue cadranno nella fossa.

Certamente gli scribi, i farisei ipocriti non erano piante piantate dal Padre Nostro Celeste, erano piante che sarebbero state sradicate, Egli dice ai Suoi: lasciateli; sono ciechi, guide di ciechi….
Tutta la casta sacerdotale, tutti i religiosi erano degli operai nella vigna del Signore, ma la maggior parte di loro erano ciechi, pertanto lasciarsi guidare da loro significava cadere nella fossa, cioè morire spiritualmente della loro stessa morte spirituale.
L’ordine di Gesù è: lasciateli, non seguiteli come una pecora segue il pastore, sono dei pastori ciechi e pertanto faranno perire nella fossa coloro che li seguono.

Zaccaria 11:15-17 E l’Eterno mi disse: “Prenditi anche gli arnesi d’un pastore insensato.
Perché, ecco, io susciterò nel paese un pastore che non si curerà delle pecore che periscono, non cercherà le disperse, non guarirà le ferite, non nutrirà quelle che stanno in piè, ma mangerà la carne delle grasse, e strapperà loro fino le unghie”.
Guai al pastore da nulla, che abbandona il gregge! La spada gli colpirà il braccio e l’occhio destro. Il braccio gli seccherà del tutto, e l’occhio destro gli si spegnerà interamente.

Ci sono anche i pastori insensati, coloro che non si prendono cura delle pecore che periscono, coloro che non cercano le disperse, che non guariscono le ferite, che non nutrono quelle che stanno in piedi, coloro che divorano le pecore più grasse, le più facoltose saranno spolpate fino alle unghie.
Questi insensati pastori pasceranno loro stessi e non il gregge, sono pastori che abbandonano il gregge e che passeranno molti guai; guai al pastore da nulla che cerca di riempire i locali di culto e sfrutta le pecore con decime ed offerte e non si prende cura del gregge e le lascia perire tra le fauci delle belve, e non cerca le disperse ( specialmente se non sono pecore grasse da mangiare la loro carne ), che non ha e non da il nutrimento alle pecore che stanno in piedi e che cercano pastura.
Questi pastori insensati sono gli operai ai quali il Signore ha allogato la Sua vigna, sono coloro che non ricevono i veri servi di Dio, ma ricevono i servi dell’io proprio o degli altri; sono coloro che battono ed uccidono i servi che il Padrone della Vigna manda e che non hanno timore di uccidere la Parola del Signore nei loro ovili, di uccidere l’Erede per impossessarsi della Sua eredità.

Apoc. 19:15 E dalla bocca gli usciva una spada affilata per percuoter con essa le nazioni; ed egli le reggerà con una verga di ferro, e calcherà il tino del vino dell’ardente ira dell’Onnipotente Iddio.

La spada che esce dalla bocca del Signore Cristo Gesù, colpirà il loro braccio destro ed il loro occhio destro.

Salmi 89:13 Tu hai un braccio potente; la tua mano è forte, alta è la tua destra.

I Samuele 9:9 (Anticamente, in Israele, quand’uno andava a consultare Iddio, diceva: “Venite, andiamo dal Veggente!” poiché colui che oggi si chiama Profeta, anticamente si chiamava Veggente).

Avere il braccio secco significa non avere alcune potenza, ed avere l’occhio destro spento completamente significa non avere nessuna visione spirituale, nessuna profezia.
Questa condizione avranno i pastori da nulla, quelli che non si prendono cura del gregge si troveranno a combattere contro il Signore, contro la Parola del Signore, pertanto la Parola li colpirà, il loro braccio si seccherà del tutto ed il loro occhio si oscurerà interamente; impotenza e tenebre caleranno sui pastori da nulla, saranno dei ciechi impotenti che guideranno coloro che li seguono.

Matteo 23:15-19 Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti! perciocchè voi circuite il mare e la terra, per fare un proselito; e, quando egli è fatto, voi lo fate figliuol della geenna il doppio più di voi.
Guai a voi, guide cieche! che dite: Se alcuno ha giurato per lo tempio, non è nulla; ma se ha giurato per l’oro del tempio, è obbligato.
Stolti e ciechi! perciocchè, quale è maggiore, l’oro, o il tempio che santifica l’oro?
Parimente, se alcuno ha giurato per l’altare, non è nulla; ma se ha giurato per l’offerta che [è] sopra esso, è obbligato.
Stolti e ciechi! perciocchè, quale è maggiore, l’offerta, o l’altare che santifica l’offerta?

Matteo 23:33-37 Serpenti, progenie di vipere! come fuggirete dal giudizio della geenna?
Perciò, ecco, io vi mando de’ profeti, e de’ savi, e degli Scribi; e di loro ne ucciderete e crocifiggerete alcuni, altri ne flagellerete nelle vostre raunanze, e li perseguiterete di città in città.
Acciocché vi venga addosso tutto il sangue giusto sparso in terra, dal sangue del giusto Abele infino al sangue di Zaccaria, figliuol di Barachia, il qual voi uccideste fra il tempio e l’altare.
Io vi dico in verità, che tutte queste cose verranno sopra questa generazione.
Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti, e lapidi coloro che ti son mandati!

Il Signore ha anche oggi la Sua vigna, gli operai ai quali ha allogato la Sua vigna, ha anche i Suoi servitori ed il Suo Figliuolo Cristo Gesù il nostro Signore e Salvatore.
Anche oggi Egli chiede il frutto delle piante che Il Vignaiolo ha piantato nella Sua vigna, questo frutto lo chiede a coloro che ha messo a lavorare la Sua vigna e deve essere il frutto di ogni tralcio che Il Vignaiolo ha innestato nella Vera Vite che è il Suo Figliuolo e che deve essere sempre al centro della Vigna, le piante debbono essere ben curate ed annaffiate.

Apoc. 1:20 Le sette stelle sono gli angeli delle sette chiese, e i sette candelabri sono le sette chiese.
2:4-5 Ma ho questo contro di te: che hai lasciato il tuo primo amore.
Ricordati dunque donde sei caduto, e ravvediti, e fa’ le opere di prima; se no, verrò a te, e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se tu non ti ravvedi.

Pace del Signore
F.llo Eliseo

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