Feb 13

Rinunciare a se stessi

Matteo 16:24
16:24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso e prenda la sua croce e mi segua.

Marco 8:34
8:34 E chiamata a sé la folla coi suoi discepoli, disse loro: Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso e prenda la sua croce e mi segua.

Luca 9:23
9:23 Diceva poi a tutti: Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi seguiti.

Luca 14:33
14:33 Così dunque ognun di voi che non rinunzi a tutto quello che ha, non può esser mio discepolo.

Queste sono le condizioni poste da Gesù per essere seguaci di Cristo. Queste condizioni non ci fanno essere figli e figlie di Dio, ma seguaci. Certamente tutti i figli di Dio dovrebbero essere discepoli di Gesù che hanno rinunziato a se stessi.
La chiesa di oggi parla spesso di doni e ministeri, i doni ed i ministeri sono per l’edificazione comune del corpo di Cristo. Il Signore, prima chiamò i Suoi a rinunciare a loro stessi, con questa rinunzia erano stati chiamati al discepolato, dopo li costituì apostoli (mandati).
Possiamo affermare che esistono tre gradini che si debbono salire in progressione per essere costituiti : apostoli, profeti, evangelisti, pastori, dottori. Per essere mandati dal Signore, bisogna prima essere seguaci del Signore (discepoli), per essere discepoli bisogna rinunziare a se stessi.
Non si può pensare di essere laureati se prima non si è frequentata e superata la scuola ELEMENTARE. Il piccolo fanciullo deve cominciare a rinunciare a se stesso, deve alzarsi più presto, deve diminuire le ore di gioco, deve stare dinanzi ai libri e studiare, deve ubbidire al maestro, e deve essere un seguace attento dei suoi insegnamenti. La scuola elementare è d’obbligo per poi divenire un seguace volontario nelle scuole superiori. La scuola superiore è quella del discepolato, scuola non obbligatoria ma necessaria per frequentare l’UNIVERSITA’ che abilita ad esercitare il ministerio. Nel campo spirituale non esistono università terrene che possono costituire ministri di Dio. I ministri di Dio debbono essere costituiti da Dio stesso, attraverso il Suo Figliuolo Cristo Gesù che costituisce il Suo governo nella Chiesa. La chiesa non è altro che una “COLONIA” del Regno di Dio su questa terra, ed i Suoi ministri ne sono ambasciatori.

I Corinzi 12:28
12:28 E Dio ha costituito nella Chiesa primieramente degli apostoli; in secondo luogo dei profeti; in terzo luogo de’ dottori; poi, i miracoli; poi i doni di guarigione, le assistenze, i doni di governo, la diversità delle lingue.

Efes. 4:11 Ed è lui che ha dato gli uni, come apostoli; gli altri, come profeti; gli altri, come evangelisti; gli altri, come pastori e dottori,
4:12 per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministerio, per la edificazione del corpo di Cristo,
4:13 finché tutti siamo arrivati all’unità della fede e della piena conoscenza del Figliuol di Dio, allo stato d’uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo;
4:14 affinché non siamo più dei bambini, sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore,
4:15 ma che, seguitando verità in carità, noi cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.

Ogni ministro, ogni ambasciatore deve seguire le direttive del proprio governo e del PRIMO MINISTRO che lo ha costituito. Le ambasciate sono territorio dello stato che rappresentano, e pertanto ciò che avviene dentro l’Ambasciata ed il comportamento di quegli stranieri, onora o disonora il loro paese di appartenenza ed anche il loro RE.
Gesù ci ha insegnato chiedere al Padre Nostro che è nei cieli: VENGA IL TUO REGNO.
Dove e come deve regnare il Signore?.. il cristianesimo di oggi ha un po’ le idee proprie.
Chi ha rinunziato a se stesso, deve essere disposto a rinunziare a qualche propria convinzione che non è conforme alla Parola di Dio. Per fare questo è necessario che siamo disposti a lasciarci ammaestrare dal Signore attraverso i ministri da Lui costituiti alla Sua Università Celeste.
La Sua Università ha moltissime FACOLTA’ ed UN SOLO RETTORE E DOCENTE che ammaestra e abilita all’esercizio coloro che sono scritti nell’ALBO del REGNO DEI CIELI ad esercitare il ministerio ricevuto. Tutti i laureati hanno frequentato le scuole elementari e le superiori, ma non tutti quelli che hanno frequentato le elementari e le superiori hanno conseguito la laurea.
Parte delle infinite facoltà del Regno di Dio, sono confluite in CINQUE corsi di laurea : apostolo, profeta, evangelista, pastore e dottore, per il perfezionamento dei santi.
Un medico, un ingegnere, un avvocato,un fisico, un matematico, ecc.. ecc…sono tutti dottori della propria materia ed ignoranti di quella degli altri. Quando frequentavano le scuole elementari, avevano tutti le stesse nozioni, ma nessuno di loro esercitava una professione.
Li rinunziare a se stessi ci prepara al discepolato, il discepolato ci prepara all’apostolato, l’apostolato ci abilita ad esercitare il ministerio.
Può un ingegnere bravissimo esercitare la professione di medico? Può farlo solo se ha più di una laurea, se no è un impostore che vuole fare cose che non gli competono.
L’apostolo Paolo nel cap. 12 di 1° Cor. esprime chiaramente questo concetto e descrive la chiesa come un corpo e conclude dicendo che c’è diversità di doni e ministeri: 12:29 Tutti sono eglino apostoli? Son forse tutti profeti? Son forse tutti dottori? Fan tutti de’ miracoli?
12:30 Tutti hanno eglino i doni delle guarigioni? Parlano tutti in altre lingue? Interpretano tutti?
12:31 Ma desiderate ardentemente i doni maggiori. E ora vi mostrerò una via, che è la via per eccellenza.
Paolo prosegue il suo discorso con la via per eccellenza: LA CARITA’.
Il cap. 13, ci parla della rinunzia a noi stessi, rinunzia che conferma un dono o un ministerio.

13:1 Quand’io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, se non ho carità, divento un rame risonante o uno squillante cembalo.
13:2 E quando avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e avessi tutta la fede in modo da trasportare i monti, se non ho carità, non son nulla.
13:3 E quando distribuissi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri, e quando dessi il mio corpo ad essere arso, se non ho carità, ciò niente mi giova.
13:4 La carità è paziente, è benigna; la carità non invidia; la carità non si vanta, non si gonfia,
13:5 non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non sospetta il male,
13:6 non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità;
13:7 soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.
Anche l’apostolo Paolo parla di rinunzia a se stessi. Potremo non renderci neanche conto, ma una predicazione, una preghiera, una testimonianza, un ruolo ricoperto nella chiesa, potrebbe nascondere una nostra mancata rinunzia a noi stessi. Possiamo raccontare una testimonianza ed essere comprotagonisti proprio perché cerchiamo di nasconderci per apparire più umili.
A volte si può invidiare un ministerio, o parlare troppo del proprio vero o presunto; a volte si sospetta il male e si fanno tante congetture e non si crede ogni cosa, essendo certi che il Signore veglia sull’opera Sua; a volte ci possiamo gonfiare della grazia di Dio e testimoniare per apparire più santi di quello che siamo e dimostrare che siamo graditi a Dio.
La chiesa necessita di doni e ministeri affinché si edificata a lasciare gli idoli del mondo, ed a non idolatrare il proprio io o quello degli altri. Essendoci diversità di doni e ministeri, la chiesa ha una maggiore dipendenza da Cristo Gesù e diminuisce il rischio che si faccia idoli del cuore.

Ezechiele 14:7
14:7 Poiché, a chiunque della casa d’Israele o degli stranieri che soggiornano in Israele si separa da me, innalza i suoi idoli nel suo cuore e pone davanti a sé l’intoppo che lo fa cadere nella sua iniquità e poi viene al profeta per consultarmi per suo mezzo, risponderò io, l’Eterno, da me stesso.

Gli idoli nel proprio cuore, non sono facilmente visibili ad occhio nudo, ma sono visibili allo Spirito Santo di Dio. Innalzando gli idoli del cuore, è porre dinanzi a se l’intoppo che lo fa cadere nella sua iniquità. In questa condizione si presentavano dinanzi al profeta, del quale ne avevano fatto un idolo. Il Signore non risponderà attraverso il profeta, che loro non stimavano veramente e non mettevano in pratica ciò che il Signore attraverso il Suo servo mandava a dire. Il popolo voleva apparire interessato alle cose di Dio, aggravava il profeta, ma non ubbidiva. Una chiesa che spesso consulta Dio attraverso i Suoi servi e non tiene somma stima di ciò che il Signore dice attraverso loro, deve attendersi che il Signore risponda direttamente Lui. Cosa risponderà il Signore?
II Corinzi 6:16
6:16 E quale accordo fra il tempio di Dio e gl’idoli? Poiché noi siamo il tempio dell’Iddio vivente, come disse Iddio: Io abiterò in mezzo a loro e camminerò fra loro; e sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo.
Atti 15:28 Poiché è parso bene allo Spirito Santo ed a noi di non imporvi altro peso all’infuori di queste cose, che sono necessarie;
15:29 cioè: che v’asteniate dalle cose sacrificate agl’idoli, dal sangue, dalle cose soffocate, e dalla fornicazione; dalle quali cose ben farete a guardarvi. State sani.
I Corinzi 6:19
6:19 E non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?
I Corinzi 6:20
6:20 Poiché foste comprati a prezzo; glorificate dunque Dio nel vostro corpo.

Rinunziare a se stessi è la consapevolezza che siamo stati comprati a Dio, attraverso il prezzo del sangue di Cristo Gesù. Se siamo stati comprati noi siamo proprietà di Colui che ha pagato, Egli è il nostro Signore (padrone assoluto), pertanto dobbiamo riconoscerGli il Suo diritto di proprietà e rinunziare a noi stessi. Chi rinunzia a se stesso, non sta donando nulla a Dio, ma sta dandoGli ciò che Egli ha comprato. Cosa diremo, se avendo comprato e pagato a caro prezzo qualcosa, poi non ci viene consegnata? Oppure, quando ci viene consegnata qualcuno la definisce un dono?
Credo proprio che ci sentiremo derubati di qualcosa che è nostro perché l’abbiamo pagato, e quando ci sarà consegnato non lo reputeremo un dono del negoziante e non ci sentiremo riconoscenti perché abbiamo pagato. Ci sono vari modi di essere ladri, ed un è quello di affermare di essere stati comprati col sangue di Cristo, e non consegnare a Cristo ciò che Egli ha pagato a caro prezzo.

Salmi 29:2
29:2 Date all’Eterno la gloria dovuta al suo nome; adorate l’Eterno, con santa magnificenza.
Isaia 28:23
28:23 Porgete orecchio, e date ascolto alla mia voce! State attenti, e ascoltate la mia parola!
Luca 6:38
6:38 Date, e vi sarà dato: vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante; perché con la misura onde misurate, sarà rimisurato a voi.
Matteo 22:21
22:21 Gli risposero: Di Cesare. Allora egli disse loro: Rendete dunque a Cesare quel ch’è di Cesare, e a Dio quel ch’è di Dio.

Noi apparteniamo a Dio? Se siamo proprietà di Dio e non ci vogliamo ar-rendere a Lui, noi non stiamo dando a Dio quel ch’è di Dio.

Malachia 3:8
L’uomo deve egli rubare Iddio, che voi mi rubate? E pur dite: In che ti abbiam noi rubato? Nelle decime, e nelle offerte.

Efesini 5:2
E camminate in carità, siccome ancora Cristo ci ha amati, e ha dato se stesso per noi, in offerta e sacrificio a Dio, in odor soave.
Cristo ha donato se stesso per noi, doniamo noi stessi per Lui e saremo Suoi discepoli e se Egli lo vorrà anche suoi apostoli, profeti, evangelisti, pastori e dottori.
Non illudiamoci e non facciamoci illudere, se non rinunziamo a noi stessi non possiamo essere discepoli del Maestro. Se non siamo Suoi discepoli chi stiamo seguendo? La nostra carne? Lo spirito del presente secolo? Se esaminiamo noi stessi lo sapremo chiaramente!……..
Pace del Signore
F.llo Eliseo

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