Feb 15

LO SPIRITO DOMINANTE

DOMINANTE

Matteo 5:3 Beati i poveri in ispirito, perché di loro è il regno de’ cieli.

Salmi 34:18 L’Eterno è vicino a quelli che hanno il cuor rotto, e salva quelli che hanno lo spirito contrito.

Salmi 51:17 I sacrifici di Dio sono lo spirito rotto; o Dio, tu non sprezzi il cuor rotto e contrito.

Isaia 57:15 Poiché così parla Colui ch’è l’Alto, l’eccelso, che abita l’eternità, e che ha nome “il Santo”: Io dimoro nel luogo alto e santo, ma son con colui ch’è contrito ed umile di spirito, per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare il cuore dei contriti.

Isaia 66:2 Tutte queste cose le ha fatte la mia mano, e così son tutte venute all’esistenza, dice l’Eterno. Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui ch’è umile, che ha lo spirito contrito, e trema alla mia parola.

umiltà s. f. 1 Caratteristica di ciò che è umile: l’umiltà di un lavoro. 2 Consapevolezza dei propri limiti: l’umiltà è una virtù cristiana; SIN. Modestia; CONTR. Orgoglio, superbia. 3 Estrema deferenza, reverenza, sottomissione: presentarsi a qlcu. con grande -u.

contrizione s. f. 1 Sentimento di amaro pentimento per una colpa commessa. 2 dolore dell’animo e detestazione del peccato commesso, con il proposito di non peccare più.

Il Signore stesso dichiara che il Suo sguardo si posa in modo stabile su colui che ha delle specifiche caratteristiche: è umile, ha lo spirito contrito e trema alla Sua Parola.
Il Signore è con colui che è contrito ed umile di spirito, chi si sottomette alla Parola di Dio, dimostra di essere umile al Suo cospetto e pertanto non si presenta come arrogante ed orgoglioso.
Molti uomini hanno uno spirito umano dominante, uno spirito che vuole dominare su gli altri ed anche sullo Spirito Santo di Dio, insomma non hanno uno spirito che sa pentirsi dei propri peccati.
Lo spirito dominante dell’uomo è in contesa con lo Spirito Santo di Dio.

Genesi 6:3 E l’Eterno disse: “Lo spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo; poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni saranno quindi centovent’anni”.

Matteo 12:18-19 Ecco il mio Servitore che ho scelto; il mio diletto, in cui l’anima mia si è compiaciuta. Io metterò lo Spirito mio sopra lui, ed egli annunzierà giudicio alle genti.
Non contenderà, né griderà, né alcuno udrà la sua voce nelle piazze.

L’Eterno non si mette a contendere con coloro che vogliono contendere con Lui e con la Sua Parola, neanche il Suo Servitore Cristo Gesù ed i servi che Egli manda si mettono a contendere con coloro che non si vogliono umiliare dinanzi al Signore ed alla Sua Parola.
Chi ha uno spirito dominante, non può essere condotto dallo Spirito Santo, e non riconosce il Signore perché vuole essere signore di se stesso e non si sottomette alla Parola di Dio.
I poveri in ispirito, sono coloro che non sono arroganti e che pertanto sono ricchi di Spirito Santo, sono coloro che sopportano ogni cosa e si sforzano di mettere ad effetto tutta la Parola di Dio, anche quella che spesso si scontra con proprio carattere, con la propria carnalità umana, con le loro idee.
Quando l’uomo viene chiamato dal Signore, è posto dinanzi ad una scelta, deve decidere se umiliarsi dinanzi al Signore o continuare a volere dominare la propria vita ed anche quella di altri.
Il Signore vuole convincere l’uomo, di peccato, di giudizio e di giustizia; questo avverrà solo quando l’uomo sottomette il suo spirito allo Spirito Santo di Dio che non contende con l’uomo.
Geremia 2:19 La tua propria malvagità è quella che ti castiga, e le tue infedeltà sono la tua punizione. Sappi dunque e vedi che mala ed amara cosa è abbandonare l’Eterno, il tuo Dio, e il non aver di me alcun timore, dice il Signore, l’Eterno degli eserciti.

Il modo di comportarsi dell’uomo determina delle conseguenze, castigo e punizione non sono altro che la naturale conseguenza della malvagità dell’uomo, delle trasgressioni e delle ribellioni.
Chi ha conosciuto il Signore e lo abbandona e non ha alcun timore di Lui, va incontro a molte amarezze ed a molti mali, insomma ogni azione dell’uomo ha delle conseguenze nella vita terrena

Salmo 94:8-13 Abbiate intendimento, voi gli stolti fra il popolo! E voi, pazzi, quando sarete savi?
Colui che ha piantato l’orecchio non udirà egli? Colui che ha formato l’occhio non vedrà egli?
Colui che castiga le nazioni non correggerà, egli che imparte all’uomo la conoscenza?
L’Eterno conosce i pensieri dell’uomo, sa che son vanità.
Beato l’uomo che tu correggi, o Eterno, ed ammaestri con la tua legge per dargli requie dai giorni dell’avversità, finché la fossa sia scavata per l’empio.

Molti si illudono di potere essere beati senza volere ricevere la correzione del Signore, senza lasciarsi ammaestrare e guidare dai Suoi Comandamenti, hanno uno spirito dominante che non si lascia ammaestrare dallo Spirito Santo che vuole stornare i pensieri dell’uomo che sono vanità.
Lo spirito dominante dell’uomo propone i propri pensieri, li contrappone ai pensieri di Dio e così facendo si proclama Dio di se stesso, pertanto contende con la Parola per affermare i suoi pensieri.

2° Timoteo 2:24-26 Or il servitore del Signore non deve contendere, ma dev’essere mite inverso tutti, atto ad insegnare, paziente, correggendo con dolcezza quelli che contraddicono, se mai avvenga che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità; in guisa che, tornati in sé, escano dal laccio del diavolo, che li avea presi prigionieri perché facessero la sua volontà.

I servitori del Signore non debbono contendere, debbono essere miti verso tutti, debbono essere capaci ad insegnare; per essere capaci ad insegnare è necessario essere capaci ad imparare da Gesù l’umiltà e la pazienza e la sottomissione alla Parola che debbono insegnare, Parola della quale loro stessi debbono essere d’esempio vivendola.
Un servo di Dio non può avere uno spirito di contenzione, ma deve correggere con dolcezza coloro che contraddicono la Parola e non si sono ancora ravveduti per riconoscere la verità.
Coloro che contraddicono la Parola ed i servi del Signore, sono caduti nel laccio del diavolo, sono ancora prigionieri e vogliono fare ancora la loro volontà; se il Signore non concede loro di ravvedersi per riconoscere la verità, il servo di Dio non deve contendere e litigare con loro, non deve continuare a gettare le perle ai porci o dare ciò ch’è santo ai cani.
I servi di Dio debbono correggere con dolcezza, ma non debbono contendere, non si debbono adirare ed accusare e muovere ad ira coloro ai quali il Signore non ha concesso loro di ravvedersi; se non lo concede il Signore che possibilità di successo ha un servo di Dio?
Coloro che hanno uno spirito dominante non si sono ancora ravveduti, il Signore non ha loro concesso di riconoscere la verità, pertanto il servo di Dio si deve comportare di conseguenza.
Il servo del Signore non è chiamato ad imporre l’evangelo, ma è chiamato a viverlo e predicarlo sotto l’unzione dello Spirito Santo che non è spirito di contesa.
L’autorità dello Spirito Santo non è urla, grida e violenza, non è contesa ma intesa sulla Parola.
Chi serve il Signore deve essere un esempio per coloro che debbono ancora ravvedersi e che corregge con dolcezza, il servo non può predicare bene e razzolare male.

Romani 2:1-8; 17-24 Perciò, o uomo, chiunque tu sii che giudichi, sei inescusabile; poiché nel giudicare gli altri, tu condanni te stesso; poiché tu che giudichi, fai le medesime cose.
Or noi sappiamo che il giudizio di Dio su quelli che fanno tali cose è conforme a verità.
E pensi tu, o uomo che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di scampare al giudizio di Dio?
Ovvero sprezzi tu le ricchezze della sua benignità, della sua pazienza e della sua longanimità, non riconoscendo che la benignità di Dio ti trae a ravvedimento?
Tu invece, seguendo la tua durezza e il tuo cuore impenitente, t’accumuli un tesoro d’ira, per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio,
il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere: vita eterna a quelli che con la perseveranza nel bene oprare cercano gloria e onore e immortalità; ma a quelli che son contenziosi e non ubbidiscono alla verità ma ubbidiscono alla ingiustizia, ira e indignazione.

Romani 2:17-24 Or se tu ti chiami Giudeo, e ti riposi sulla legge, e ti glorii in Dio, e conosci la sua volontà, e discerni la differenza delle cose essendo ammaestrato dalla legge, e ti persuadi d’esser guida de’ ciechi, luce di quelli che sono nelle tenebre, educatore degli scempi, maestro dei fanciulli, perché hai nella legge la formula della conoscenza e della verità, come mai, dunque, tu che insegni agli altri non insegni a te stesso? Tu che predichi che non si deve rubare, rubi?
Tu che dici che non si deve commettere adulterio, commetti adulterio? Tu che hai in abominio gl’idoli, saccheggi i templi?
Tu che meni vanto della legge, disonori Dio trasgredendo la legge?
Poiché, siccome è scritto, il nome di Dio, per cagion vostra, è bestemmiato fra i Gentili.

Paolo parla di uomini che si reputano servi di Dio, guide di ciechi, educatore degli scempi, maestro dei fanciulli, insomma uomini che si reputano avere ricevuto un ministerio, i quali si presentano come insegnanti ma non insegnano a loro stessi, anche costoro hanno uno spirito dominante che non si è ancora sottomesso al Signore.
Costoro vogliono ammaestrare ma non si lasciano ammaestrare dallo Spirito Santo, Paolo dice che costoro sono inescusabili; giudicano gli altri e nel giudicare gli altri condannano loro stessi perché fanno i peccati che dicono non si devono fare.
Possiamo immaginare quale può essere il risultato del parlare di un ladro, che in compagnia di altri ladri ha svaligiato una banca, e dopo dice agli altri ladroni: non dovete rubare, questo è un peccato verso Dio ed un reato verso la giustizia, ravvedetevi razza di ladroni, accettate l’evangelo, fate la volontà del Signore, e contemporaneamente a questo discorso preparare i piani per un’altra rapina?
Certamente gli altri ladroni, che conoscono bene la fonte che sta parlando, si faranno quattro risate e si befferanno del parlare del ladrone che non si è pentito e vorrebbe far pentire gli altri.
Tu che dici che non si deve commettere adulterio, predichi commettendo adulterio e predicando a colei che fai essere adultera? Proprio per queste cose il nome che si predica è bestemmiato.
Il predicare la Parola diviene una condanna per coloro che non osservano la Parola.

Filippesi 1:27 Soltanto, conducetevi in modo degno del Vangelo di Cristo, affinché, o che io venga a vedervi o che sia assente, oda di voi che state fermi in uno stesso spirito, combattendo assieme di un medesimo animo per la fede del Vangelo,

II Tessalonicesi 1:5 Questa è una prova del giusto giudicio di Dio, affinché siate riconosciuti degni del regno di Dio, per il quale anche patite.

Dobbiamo essere riconosciuti degni del regno dei cieli, certamente non essere coerenti con la predica non permette agli altri di riconoscerci servi di Dio, pertanto non ci prendono in considerazione e ci beffano ed a causa della nostra incoerenza il nome del Signore è vituperato.
Dobbiamo ravvederci a fatti e non a parole, predichiamo il ravvedimento, il pentimento e la conversione, ma dobbiamo stare attenti a non proclamare la nostra condanna attraverso la nostra stessa predica che facciamo agli altri.
Matteo 12:37 Poiché dalle tue parole sarai giustificato, e dalle tue parole sarai condannato.

Prima di volere predicare, stiamo molto attenti perché le parole che escono dalla nostra bocca possono ritorcersi proprio contro noi stessi, pertanto prima di parlare esaminiamo la nostra vita e vediamo quanto siamo coerenti con la parola che esce dalle nostra bocca.
A volte è meglio tacere che parlare proprio della Parola che non ci siamo ancora decisi di mettere in pratica; se non siamo convinti noi, come convinceremo gli altri?
Se a volte non siamo coerenti con le nostre stesse parole che diciamo, come saremo coerenti con la Parola del Signore?
Fratelli cari, non condanniamoci da noi stessi perché vogliamo parlare, senza esaminare se poi manterremo quello che diciamo, se non manteniamo la nostra stessa parola, siamo anche bugiardi perché dalla nostra bocca è uscita una menzogna non avendo fatto quello che avevamo detto.

Numeri 30:2 Quand’uno avrà fatto un voto all’Eterno od avrà con giuramento contratta una solenne obbligazione, non violerà la sua parola, ma metterà in esecuzione tutto quello che gli è uscito di bocca.

Proverbi 20:25 È pericoloso per l’uomo prender leggermente un impegno sacro, e non riflettere che dopo aver fatto un voto.

Proverbi 5:4-6 Quand’hai fatto un voto a Dio, non indugiare ad adempierlo; poich’egli non si compiace degli stolti; adempi il voto che hai fatto.
Meglio è per te non far voti, che farne e poi non adempierli.
Non permettere alla tua bocca di render colpevole la tua persona; e non dire davanti al messaggero di Dio: “È stato uno sbaglio.” Perché Iddio s’adirerebbe egli per le tue parole, e distruggerebbe l’opera delle tue mani?

Il voto è una promessa fatta a Dio, il battesimo è un solenne voto fatto al Signore, è meglio non dire dinanzi al Signore: faccio questo, faccio quello!.. e poi non mantenerlo, non saremo uomini e donne di parola, il Signore ci vuole uomini e donne di Parola, riflettiamo prima di parlare.

II Corinzi 13:5 Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate voi stessi. Non riconoscete voi medesimi che Gesù Cristo è in voi? A meno che proprio siate riprovati.

I Corinzi 6:9 Non sapete voi che gli ingiusti non erederanno il regno di Dio? Non v’illudete; né i fornicatori, né gl’idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti.

Ebrei 13:4 Sia il matrimonio tenuto in onore da tutti, e sia il talamo incontaminato; poiché Iddio giudicherà i fornicatori e gli adulteri.

Romani 6:22 Ma ora, essendo stati affrancati dal peccato e fatti servi a Dio, voi avete per frutto la vostra santificazione, e per fine la vita eterna.

Serviamo il Signore con coerenza ed esaminiamo noi stessi per vedere se siamo nella fede, non viviamo dei ricordi del passato ma serviamo Dio in verità e carità.

Pace del Signore

F.llo Eliseo

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